Una saldatrice altro non è che un attrezzo da lavoro o per hobby che scalda due diversi materiali per poterli fondere insieme. A seconda del loro funzionamento, sul mercato si trovano moltissime tipologie di saldatrici. Se sei curioso di scoprire quali sono questi modelli e cercare di orientarti nel migliore dei modi per poter scegliere il modello più adatto alle tue esigenze, allora sei nel posto giusto, perché è proprio ciò che faremo nel corso di questo articolo. Partiamo dal principio e dal presupposto che tu non conosca affatto una saldatrice.
Nel senso più tecnico della parola, una saldatrice è un attrezzo che serve a “saldare”, ovvero unire in modo continuo e stabile due pezzi di materiale che in origine erano separati. A seconda del principio tecnologico o dal processo utilizzato che guida l’operazione, è possibile reperire in commercio diverse tipologie di saldatrici. Detto questo passiamo alla classificazione dei vari modelli di saldatrice. In base a quanto detto fino ad ora, al tipo di saldatura che si vuole effettuare e in base al materiale che viene utilizzato, oltre alla precisione con cui si vuole eseguire il lavoro possiamo classificare le seguenti tipologie di saldatura:
- Per pressione. Ovvero con un procedimento per induzione o resistenza elettrica (tecnologia a rulli, per i punti, di testa ecc.);
- Autogena. A seconda se il materiale di base partecipa attivamente al processo che andrà a formare la saldatura (è quella più comune);
- Per fusione. Ovvero l’intervento di un arco elettrico o tramite la combustione a temperature molto alte di una miscela di gas (che viene definita con il nome di assi-acetilenica).
Per fusione, inoltre, esistono varie tecniche di saldatura, vediamo insieme quali sono. La prima tipologia di cui voglio parlare è quella che avviene attraverso l’utilizzo di una saldatrice ossiacetilenica, detta anche a cannello. Questa si compone in questo modo:
- Un cannello miscelatore che consente la combustione sulla punta dell’ugello;
- Due valvole di pressione riduttrici;
- Una bombola di acetilene e una di ossigeno, fornite di una elevata pressione.
In questo caso il metallo rimane fuso per via della fiamma generata dalla combustione dell’ossigeno con l’acetilene. Sull’ugello, quindi, si trovano dei piccoli rubinetti e che consentono di regolare il flusso di ossigeno e acetilene, per mantenere la fiamma stabile. Abbiamo poi la saldatura chiamata MIG e MAG, una delle più diffuse al mondo, composta da un filo di metallo che si muove attraverso la torcia di saldatura.
Con il filo otteniamo due funzioni: materiale d’apporto e elettrodo che trasporta la corrente. La differenza tra MIG e MAG dipende dal tipo di gas utilizzato. Nel MAG si utilizza gas attivo, solitamente ossigeno, mentre nel MIG si utilizza l’elio o l’aragon. Infine, abbiamo la saldatrice TIG che sfrutta il gas inerte come l’aragon, un elettrodo di tungsteno e una torcia di saldatura. Questo tipo di saldatura è indicata per unire tra loro materiali di composizione differente. I vantaggi sono una elevata qualità della saldatura e l’assenza di spruzzi e di scorie.